1)   La benedizione delle famiglie, casa per casa, è da raccomandarsi ancora o da abbandonarsi? (tollerare che si abbandoni?) Anche noi ci siamo posti questa domanda perché oggigiorno non c’è una pastorale univoca.

 

2)   L’esperienza della nostra parrocchia impone che si mantenga la benedizione delle case o delle famiglie casa per casa, e per queste ragioni:

 

-         per parte dei Cristiani la Benedizione è attesa. In questa tradizione c’è un intuito: è un aggancio con la Parrocchia. È sempre utile e si lamentano i parrocchiani quando per un malinteso o un disguido non la ricevono

 

-         incaricano i vicini a far benedire la loro casa se devono essere assenti per lavoro o altro grave motivo

 

-         approfittano della presenza del sacerdote per “sfogarsi”, esporre i loro problemi, i loro dispiaceri, le loro speranze

 

-         avvicinano il sacerdote una volta l’anno, in questa occasione, e chiedono per se o per qualche loro caro i sacramenti, si confessano, chiedono l’Eucaristia

 

-         una minima percentuale “non apre la porta”: meno dell’1 %.

 

 

 

Da parte del Parroco o sacerdote la Benedizione delle famiglie:

 

 

-         offre al sacerdote l’occasione per avvicinare fedeli impossibilitati a frequentare la chiesa, perché malati o bambini piccoli…

 

-         offre al sacerdote l’occasione di conoscere “situazioni familiari irregolari” circa il matrimonio, il battesimo dei figli..

 

-         offre al sacerdote la possibilità di conoscere situazioni illegali: traffico di droga, favoreggiamento della prostituzione, traffico di pornografia, sfruttamento di extra-comunitari..

 

-         principalmente offre al sacerdote l’occasione provvidenziale di fare la catechesi della sofferenza, nella sua dimensione personale, familiare, ecclesiale, dimensione redentrice.

 

Spesso si ha l’impressione, in quelle case dove c’è  un sofferente che  non sa perché soffre, che aspetti qualcheduno che glielo spieghi, che lo consoli.

Si ha l’impressione di sentire le parole di Gesù “Padre, se è possibile, passi da me questo calice, ma sia fatta la tua non la mia volontà..”

 

Se nei casi di sofferenza (talvolta inimmaginabili) - anni di  paralisi, di sclerosi multipla sulla carrozzella di giovani e di meno giovani, di disabili, di handicappati, di mongoloidi, di malati Helzeimer -  si dovesse tralasciare la benedizione delle case non si ha la sensazione che Gesù ripeta: “Consolatem me quaesivi et non inveni”?

 

Ritengo urgente una pastorale comune, indirizzata a ripristinare la tradizione della benedizione delle case per i suoi benefici effetti, aiutata a “personalizzare” la benedizione a seconda delle situazioni familiari, individuali…

 

 

-         offre occasione, nelle situazioni familiari, di un  dialogo unico, personale; c’è un realismo cangiante continuamente, che sollecita una pastorale sempre aggiornata.

 

In particolare, sarebbe molto utile un “Manuale” per la pastorale alla fede, (pre-evangelizzazione) la santificazione della sofferenza, e l’apertura verso la cultura cattolica.

Infatti:

 

A) L’esperienza della nostra parrocchia ci dice che

   talvolta si incontrano persone aperte alla fede,

   e  il dialogo potrebbe continuare in seguito..

 

B) Individui di altre religioni e di altre nazionalità: terzomondiali, cinesi, sudamericani..

 

                    C) Aderenti a sette più o meno cristiane, Testimoni

                        di Geova, protestanti, valdesi…

 

D) Offre l’occasione di venire in dialogo con gruppi (3 o 4) studenti italiani o stranieri che occupano l’appartamento per il tempo dell’anno scolastico.

 

Le persone che si incontrano sono le più diverse: dal giovane che ha avuto o ha una bella esperienza in Parrocchia di origine o di residenza o quello che non ha alcun contatto con la chiesa. È un deporre dei ricordi per il futuro o richiamare ricordi del passato prossimo e spesso c’è un’accoglienza non attesa, ma altrettanto benefica, anche per il sacerdote.

 

E)  Offre infine l’occasione per aggiornare l’elenco dei malati nuovi, dall’anno precedente; quasi nessuna famiglia informa la parrocchia, quando un familiare si ammala: vige l’uso di non far sapere o di nascondere la situazione che si ritiene, da malati, un castigo o in disgrazia. L’aggiornamento serve per il sacerdote ed anche per i gruppi parrocchiali che durante l’anno visitano i malati (es. Caritas e Legio Mariae) specie in occasione delle feste della madonna di Lourdes.

 

    

     

La benedizione avviene durante l'Avvento, che prepara il Natale, anche negli Uffici. La benedizione nelle case avviene durante la Quaresima fino a metà maggio (nei 5 palazzi occupati da soli uffici si procede in Avvento, nelle case, nelle botteghe (solo su richiesta) o altri luoghi in Quaresima).

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